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La Montagna Storica di Sant’Oreste e il segreto del Bunker di Benito

Ci troviamo a Sant’Oreste, pronti ad entrare nel Bunker che si snoda nella pancia del Monte Soratte: 4 km di gallerie scavate a partire dal 1937 per volere di Benito Mussolini. Scopri come visitare il Bunker!

Scoprire l’Italia non è solo scenari meravigliosi che si aprono davanti a sguardi increduli ed estasiati, ma soprattutto entrare in contatto con una parte di storia, con quel passato di guerre, dittature, resistenze, compromessi e nascondigli che ancora risuona alle nostre spalle, come nel caso del Bunker Soratte

Ci troviamo a Sant’Oreste, nell’estrema provincia nord di Roma, quella che strizza l’occhio alle meno blasonate, seppur affascinanti, Rieti e Viterbo.


Le leggende sul Bunker Soratte

Per chi abita nelle zone limitrofe, il Monte Soratte e il Bunker sono sempre stati oggetto di leggende e di racconti dei propri nonni che parlavano di una montagna piena di oro, il cosiddetto “oro di Mussolini”. E pare anche che qualche avventuriero alla ricerca dell’oro ci sia stato e abbia provato a entrare in questo fantomatico Bunker, Lo abbiamo definito volutamente “fantomatico” perché fino a qualche anno fa la sua esistenza era ancora avvolta nel mito.

Qualcuno racconta anche una storia sul profilo della montagna, che pare rappresentare proprio il profilo di Mussolini, scolpito a suon di cariche di esplosivo e picconate. Soprattutto provenendo da Nord, la vista della montagna dall’autostrada A1 non lascia spazio a dubbi: si riconosce l’incavo degli occhi, il naso e la bocca di un uomo.

Un dedalo di gallerie corre nella pancia del Monte Soratte

Le Gallerie del Monte Soratte, o più comunemente Bunker di Soratte, sono una delle più alte opere di ingegneria militare di tutta Europa, lunghe circa 4 km, scavate a partire dal 1937 per volere di Benito Mussolini e che sarebbero dovute fungere da rifugio antiaereo per i vertici dell’Esercito italiano. Naturalmente, come per tutti i nascondigli militari, ufficialmente questo luogo non era altro che una fabbrica di armi, in questo caso quelle della Breda.

Era il 1943 e la Seconda Guerra Mondiale imperversava seminando vittime e terrore. Nei lunghissimi mesi dal settembre 1943 al maggio 1944, il Bunker Soratte fu scelto per diventare rifugio delle truppe naziste, quando il Comando Supremo del Sud occupò il Soratte per poi fuggirne dopo il bombardamento del 12 maggio. Da qui a oltre la metà degli anni ’60, quel Bunker, così pregno di drammi e di storie umane ancor prima che militari, lasciò posto a un silenzio assordante, riempito solo nel 1967 dai nuovi lavori che lo vedevano diventare, giorno dopo giorno, quello che sarebbe stato fino al 1972 il rifugio anti atomico per il Presidente della Repubblica e per tutto il governo qualora la Guerra Fredda avesse sganciato su Roma un attacco atomico.

Terminato questo ultimo periodo di paura e tensione, il Bunker Soratte ha trovato nuova linfa nel racconto di ciò che ha rappresentato durante gli anni più drammatici della storia contemporanea. Diventato infatti Percorso della Memoria grazie all’associazione Bunker Soratte, oggi è possibile visitarlo grazie al lavoro di guide e volontari e scoprire quanto queste piccole realtà di provincia siano state fondamentali per la storia italiana.

Sant’Oreste è un paese sulle pendici del Monte Soratte, ultimo comune della provincia Nord di Roma, in posizione strategica e dominante sulla valle del Tevere e sui percorsi stradali verso il Nord. Nel versante sud del Soratte, a breve distanza dal centro del paese, si trova il bunker militare costruito nel 1937 dal Genio Militare di Roma per iniziativa di Mussolini. È una rete di gallerie all’interno della montagna che si estende per circa 4 km di lunghezza e che – dietro la copertura della fabbrica d’armi Breda – costituiva invece un rifugio antiaereo per i vertici dello Stato Maggiore: una delle più grandi ed imponenti opere di ingegneria militare presenti in Europa.

Nonostante il bunker fosse pronto e a loro disposizione, i vertici militari, invece, durante la guerra preferirono installare lo Stato Maggiore a Monterotondo.

Quando, dopo l’8 settembre 1943, a Frascati fu bombardato il comando supremo tedesco del Sud, il feldmaresciallo Albert Kesselring che ne era a capo dispose di trasferirne la sede al Soratte. Lì sarebbe rimasto, pressoché indisturbato, fino ai primi di giugno 1944. Il bunker resistette anche al bombardamento del 12 maggio 1944 effettuato da due stormi di B-17 alleati, partiti appositamente da Foggia per distruggerlo. L’operazione, che colpì molte case della vicina Sant’Oreste, causò un centinaio di vittime tra i 980 militari tedeschi in paese. Per andarsene, però, le truppe della Wehrmacht aspettarono il 5 giugno, quando i carri armati inglesi e americani entrarono a Roma. Prima di partire inondarono le gallerie di benzina e appiccarono il fuoco. Per entrare, i britannici dovettero aspettare che il rogo si fosse spento da solo, cinque giorni più tardi.

Dopo la fine della guerra, il complesso restò abbandonato fino al 1967, quando, sotto l’egida della Nato vi fu realizzato un rifugio antiatomico, che non fu tuttavia completato e abbandonato nel 1972

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